Dealcolizzazione del vino. Avanguardia o fallimento? La Commissione Europea studia come ampliare il mercato. In alcuni Paesi, come Spagna e Germania, il vino senza alcol è già realtà. Resta la questione dell'etichettatura e del nome. E poi gli spumanti, impossibili senza alcol. Reticente l'Italia, che difende le proprie eccellenze.

 

Da una parte la tutela di uno dei pilastri della produzione italiana, ovvero la tradizione del vino, dall'altra, la necessità di rispondere ai bisogni dei consumatori. Chi l'avrà vinta? Il vino, in particolar modo in Italia, è un prodotto secolare e sacro; tuttavia, oggi i produttori si trovano a fronteggiare la nuova esigenza del pubblico di una bevanda senza o a basso contenuto alcolico. La Commissione Europea intende sviluppare il quadro giuridico europeo sui vini biologici e sull'etichettatura per dare a più produttori la possibilità di entrare nel nuovo mercato dei vini a bassa gradazione alcolica.

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Vaporizzazione dei vini organici allo studio della Commissione Europea

In Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo i portavoce della Commissione Europea sono intervenuti parlando di vini organici biologici e di etichettatura, dichiarando che "la Commissione Europea sta valutando, su richiesta di alcuni Stati membri, tra cui Germania e Austria, la possibilità di utilizzare la vaporizzazione dei vini organici come certificante. Questa valutazione richiede una consultazione specifica che dovrebbe concludersi a breve. Una volta ricevuto il parere tecnico, la Commissione Europea discuterà se adottare questa pratica. Ovviamente, dopo toccherà al Parlamento e al Consiglio prendere le loro posizioni".

 

Aumentare il mercato del vino

Tali proposte future vengono considerate per ampliare il mercato del vino: la Commissione Europea è positiva che queste sfide sul mercato del vino senza alcol possano avvicinarsi alle progressive tendenze consumistiche. Appurato che "il mercato del vino senza alcol è molto limitato, perché è principalmente occupato dalle birre senza alcol", la Commissione Europea ha sostenuto l'importanza di avvicinare ogni fascia enologica al vino dealcolato.

 

Tutela della qualità

La Commissione Europea chiarisce inoltre che i processi di dealcolazione usati non devono dare luogo a difetti dal punto di vista organolettico e l'eliminazione dell'etanolo dal prodotto non deve essere effettuata in combinazione con un aumento del tenore di zuccheri nel mosto di uve.

 

A che punto siamo

Al momento vige il Regolamento del 2 dicembre 2021, emanato nell'ambito della Pac 2023-2027, che ha modificato il Regolamento (Ue) 1308/2013 ("Ocm Unica") stabilendo le condizioni per la produzione e la commercializzazione di vini dealcolati (con tasso alcolometrico non superiore a 0,5% vol.), o parzialmente dealcolati (con tasso alcolometrico compreso tra 0,5% e 9%), mediante l'individuazione e la definizione dei processi autorizzati per la realizzazione di questo innovativo prodotto, elaborati sulla base delle diverse risoluzioni dell'Organismo Indipendente di Valutazione della performance (Oiv).

 

Per una proposta definitiva sui vini organici bio da parte delle istituzioni europee bisognerà attendere il cambio legislatura del prossimo giugno.

 

La questione etichettatura

Resta irrisolto il dilemma della dicitura, come nel caso degli spumanti, che non sono possibili senza alcol. Possono essere etichettati come "parzialmente dealcolato"?

 

In Spagna e in Germania è già realtà

Tra i Paesi dell'Unione, alcuni hanno sperimentato la produzione dei vini dealcolati: Spagna e Germania sono pionieri in questo, per cui l'iniziativa ha avuto rispettivamente un modesto e dubbio seguito. Questo perché, ad oggi, sono le singole legislazioni nazionali ad ammetterne la dicitura.

 

La Commissione Europea, nella sua proposta di legge, rimane comunque dell'idea che "è responsabilità dei produttori di vino programmare la loro produzione ogni anno in risposta alla domanda del mercato".

 

Le reticenze italiane

Il vino italiano, una delle eccellenze del Paese, ha una lunga tradizione agricola che, in questo modo, verterebbe su "un'industrializzazione del vino", secondo la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi). Quest'ultima sostiene che "il vino è un'altra cosa: è un prodotto agricolo, che racconta un territorio. Dealcolare significa fare un vino a ricetta, che nulla ha a che fare con le pratiche agricole".